venerdì 28 febbraio 2014

Svegliamoci da questo assurdo modo di non-vivere!

abbraccio Stamattina mentre portavo mio figlio a scuola, ho visto una coppia abbracciata che si baciava e si sorrideva.
Non ho potuto non sorridere anch'io e gioire, guardando giusto quel breve istante che non rubasse niente a quell'unione.

Scene del genere non si vedono spesso.
Non capita quasi mai di vedere per strada persone che si abbracciano felici.

Tutti corrono in vite distratte, si ignorano, si danno fastidio sfiorandosi schive.
Quanto siamo lontani e quanto poco ci incontriamo davvero.


È veramente importante riflettere su quanta lontananza ci sia tra le persone.
Una lontananza che impoverisce la vita di tutti.

Così facendo le persone si chiudono in mondi falsi ed illusori in cui in realtà, danno solo fastidio a sé stesse, e l'altro, non é che un riflesso di sé da cui si vuole fuggire.

Siamo Uno, eppure crediamo di essere individui separati, che non hanno nulla a che fare con quelle persone che chiamiamo "estranei".
Finché crederemo che vi siano estranei continueremo ad essere estranei a noi stessi. Non ci abbracceremo mai con noi stessi. Che disperata necessità che vi é di questa ri-unione!
Molte persone non lo sanno, ma quando si incrociano, così vicine e così lontane, la parte più intima di sé stesse comunica, scambiandosi informazioni così intime e personali che ne rimmarrebbero sconvolte se queste affiorassero alla loro consapevolezza. Allora comprenderebbero quanto sono simili, quanto sono uguali nel loro intimo più profondo. Allora, riderebbero di tanta sciocchezza!
Proviamo a sorridere un pò di più a noi stessi sorridendo a chi incontriamo. Un sorriso vero. Uno sforzo sincero di sertirci Uno, di ricordarci che lo siamo.
Risvegliamoci da questo assurdo e stupido modo di non-vivere!

Natascha

Non aver paura dei tuoi sogni...



QUANTI PROGETTI E QUANTI SOGNI NON HAI MAI REALIZZATO A CAUSA DELLE TUE PAURE?


La paura è definita essere una emozione intensa che deriva dalla percezione di un pericolo, reale oppure immaginario.
La paura ci può salvare la vita, se il pericolo è reale e nell'immediato presente.
Alla paura non interessa se noi viviamo praticamente in una realtà concettuale (nel passato o nel futuro) e non siamo mai totalmente focalizati sul momento presente.
Si scatena e può essere veicolata anche a livello concettuale ed immaginativo.
Non le interessa se si tratta di un evento reale oppure immaginario. Agirà su di noi allo stesso modo e porterà all'attivazione di quel meccanismo primordiale di difesa che si attiva in caso di una minaccia reale.
La conseguenza?
Reagiamo in modo passivo, oppure aggressivo, oppure rimaniamo totalmente immobilizzati, anche di fronte ad un concetto ch'esiste solo nella nostra immaginazione.
Nel distopico presente, viviamo in uno stato concettuale dominato dalle nostre paure che ci impediscono di realizzare la nostra vera arte. Paradossalmente, la paura fa paura e molti tendono ad evitarla, per sfuggire al suo ammaliamento e non agiscono mai per cambiare la loro realtà.
Così, facendo, la paura ha vinto.

"Un giorno la PAURA bussò alla porta. Il CORAGGIO andò ad aprire e non c'era più nessuno"
(J. W. Goethe)


Francesco  
Image credit: via cartoon-vector.com 


giovedì 27 febbraio 2014

Vittimismo? Non fare il Calimero...


Quante volte, nella nostra esistenza abbiamo incontrato delle esperienze che ci hanno messo KO?
Proviamo, metaforicamente e solo per un momento, a pensar a tutte quelle volte che siamo finiti al tappeto. Ci siamo rialzati? Oppure, troppo acciaccati dai colpi inferti dalle forze avverse siamo rimasti al suolo? Come ci comportiamo oggi? Assumiamo il tipico comportamento da vittima o da calimero  oppure continuiamo a lottare? 
È davvero tutto un'ingiustizia?
Siamo forse convinti che il mondo sia ingiusto, ci sentiamo giù, stressati, e con una visione pessimistica di tutto ciò che ci circonda, piagnucoliamo ed incolpiamo gli Dèi della nostra situazione?
Negli anni '70, Martin Seligman, lo psicologo statunitense che delineò la psicologia positiva, propose le tre componenti che minano la nostra capacità di rialzarci in piedi:
  • Personalizzazione: ci over-identifichiamo nella situazione.
  • Pervasività: ci auto-convinciamo che un determinato aspetto coinvolga ogni cosa.
  • Permanenza: riteniamo che la determinata esperienza negativa duri per sempre e sia assolutamente immutabile.
Ciò, se non vi sono delle solide fondamenta per quanto concerne l'amore incondizionato verso noi stessi porta a conseguenze estremamente limitanti.
La forza avversa ci ha messi al tappeto definitivamente. 
Perché, allora, non assumere un comportamento più positivo e, soprattutto, proattivo? Certo, siamo finiti KO (e forse non sarà né la prima né l'ultima volta nel corso di una vita) ma, con una attitudine diversa possiamo imparare dall'esperienza per evolvere trasformando il significato limitante che abbiamo attribuito alla stessa.
Il KO riguarda un evento ben preciso, non ogni cosa. 
Il KO riguarda un episodio specifico e non la vita intera. 
Il KO riguarda una particolare sfaccettatura del nostro comportamento, non il nostro essere.
Dobbiamo sempre tener presente che abbiamo la completa libertà di decidere e di compiere le nostre scelte. Vogliamo dipingere un KO con i colori della sconfitta perenne ed immutabile oppure vogliamo prender la tela dell'osservazione e trasformarne memoria in insegnamento evolutivo?


Francesco
Image credit: via blog.libero.it

Ogni ostacolo è un'opportunità per vivere meglio

cambia prospettivaIl pensiero crea. 

La scienza moderna ha ormai confermato che la nostra coscienza è in grado di modificare la materia.

La realtà che stiamo vivendo in questo momento quindi, è il risultato dei nostri pensieri e delle nostre azioni.

Se un'azione o un pensiero hanno generato una situazione dolorosa o spiacevole, occorre cambiare innanzitutto il pensiero che le ha dato origine.
Se guardiamo e facciamo le cose sempre allo stesso modo non potranno mai cambiare.

Spesso non ci si accorge ma, un po' per abitudine ed un po' per condizionamento, si tende a funzionare sempre allo stesso modo.
Che senso avrebbe cambiare qualcosa che va bene così? Nessuno infatti. E va bene ...fino a quando la vita non ci metterà lo zampino con un bell'impiccio sul nostro cammino.
Ma quell'ostacolo è una grande opportunità, qualsiasi esso sia.

L'esistenza è la più grande Maestra. Infatti quando ci adagiamo, quando ciò che viviamo non è quello che ci fa bene e non ci nutre più o è ormai vecchio, è ora di cambiare.
L'anima ci chiede di uscire da una situazione statica che non è più bene per noi.

L'ostacolo va visto come un messaggio della Vita che ci dice: “muoviti, occorre cambiare, evolvere, trasformare e andare avanti.”
La nostra Anima infatti non ama molto stare in situazioni statiche. Per questo ci spingerà sempre a cambiare per evolvere.

Ma che fare allora di fronte ad un ostacolo?

Tutto, tranne andarci addosso. Lo possiamo fare se ci serve, ma l'unico risultato sarà un bel bernoccolo. Beh, vuol dire che non l'avevamo visto, e finché non lo vediamo bene per quello che è, quel bernoccolo diventerà sempre più grande e farà sempre più male. Anche se rimarremo fermi e concentrati nel misurare il nostro bernoccolo perdi più in base alle nostre esperienze passate, quel bitorzolo diventerà sempre più enorme e deforme.

Risultato? L'immobilità e la sofferenza.

Soffriamo proprio perché non riconosciamo la vera realtà delle cose. La stiamo guardando da un punto di vista sbagliato, distorto, deformato o illusorio.

Occorre cambiare prospettiva per uscire da questa distorsione e riconoscere il messaggio e la natura dell'ostacolo e chiederci: “Cosa mi vuole mostrare questo ostacolo?”, “Che opportunità mi sta dando per cambiare la mia vita?”

Non resta che prendere consapevolezza di ciò che stiamo vivendo, provando a guardare ogni cosa da un'altra prospettiva per sprigionare quella grande forza che si cela di fronte ad una nuova sfida che ci spinge ad evolvere.

Natascha




mercoledì 26 febbraio 2014

Spiega le ali e vola

Alla nascita, siamo esseri liberi. Senza limiti. Senza condizionamenti. Siamo però totalmente dipendenti dagli altri. Nella presente distopia ci hanno tarpato le ali e vestiti di una camicia di forza che funge da prigione concettuale e stambugio della coscienza individuale. La nostra Anima si ribella alla tracotanza del potere egoico e involutivo.
Crescendo, affrontiamo esperienze ed eventi ed impariamo tramite un processo di modellamento iniziale, ed associativo poi. Associamo ogni cosa, anche illogicamente, e creiamo la nostra realtà, che spesso confondiamo con esser la realtà di tutti. 
Il percorso evolutivo dovrebbe consister in un periodo di dipendenza sino a raggiungere l'indipendenza e l'interconnessione per poi, in vecchiaia, ritornar (nostro malgrado) ad essere dipendenti dagli altri per i nostri bisogni e desideri.
L'essere umano è nato libero ma ad oggi è dappertutto in catene. Le nostre ali sono sopite ed imprigionate. 


Siamo abitudinari ed abbiamo la forte ed insita tendenza a ripetere determinati pensieri o azioni che trasformiamo in abitudini e dipendenze. Buone e cattive abitudini diventano dunque parte integrante del nostro essere al mondo e condizionano largamente la nostra personalità, intesa come processo che delinea in nostro Stile di Vita.

Fermiamoci un istante ed osserviamo la nostra vita. Quali sono le nostre abitundini? E quali sono le nostre dipendenze? Dipendenza non signifca solo ab-usare di qualche sostanza, ma può anche riferirsi ad uno stato d'essere che è diventato abitudinario (e.g. tristezza), la dipendenza da shopping, la co-dipenenza, o altro ancora.
Così facendo, scopriremo che non siamo proprio indipendenti come pensavamo di essere. Siamo dipendenti da qualcuno oppure da qualche cosa e, dunque, in una situazione di non-autonomia. La camicia di forza delle abitudini, delle dipendenze, delle emozioni velenose, e dell'ego amorale ci condannano ad una mancata indipendenza ed ostacola il percorso verso l'interconnessione.
Coloro che ambiscono al potere globale non auspicano né l'interconnessione né l'indipendenza in quanto desiderano un gregge da comandare e da mungere a piacimento. Ciò, però, non favorisce l'evoluzione ed è necessario uscire dal loop delle abitudini, delle dipendenze, e della non-autonomia per poter crescere, individualmente e collettivamente.
Ogni grande cambiamento ha inizio da una trasformazione nella nostra interiorità.
Spiega le ali e ricomincia a volare.

Francesco
Image credit: via blog.libero.it

Vento di cambiamento

vento di cambiamento“Quando soffia il vento del cambiamento alcuni costruiscono muri,
altri mulini a vento.” 
(Proverbio cinese)

Il cambiamento è inesorabile. Tutto cambia e si trasforma, è naturale.
Eppure, viviamo in un mondo che vorrebbe rinnegare il cambiamento. Sembra che tutto debba rimanere immobile e immutabile. Invecchiare spaventa. Cambiare fa paura.

Spesso il cambiamento viene visto come qualcosa che non si può controllare e che porta all'inevitabile perdita di qualcosa: della giovinezza, della forza, della bellezza, del partner a cui si rimane attaccati per paura di stare soli.
Allora si tende a rimanere fermi in situazioni che rimangono sempre uguali. Situazioni che non nutrono più la propria Anima.
Si é persa la fiducia nel cambiamento, perché si crede che porti via qualcosa.
Ma il cambiamento porta via solo ciò che è vecchio. Ciò che non serve più e che ormai è solo un peso inutile.
Bisogna essere capaci di fare del cambiamento un modo sempre nuovo di vivere la propria esistenza se si vuole veramente vivere.
A che serve dimostrare dieci anni di meno se poi dentro si è già decrepiti?
A che serve rimanere sempre nelle stesse situazioni se ci logorano interiormente e deteriorano la nostra integrità?
Arrestare il mutevole movimento dentro di sé porta velocemente alla morte. La morte vera, quella della luce interiore, mica la morte del corpo che è solo un ulteriore mutamento (un cambio d'abito direi).
La felicità è un movimento vivace del nostro essere, che si vuole adattare a nuove esperienze. L'infelicità subentra quando arrestiamo quel movimento e smettiamo di adattarci al tempo che passa, a situazioni che vogliono trasformarsi, a nuovi doni dell'esistenza.
Se il bruco rimanesse bruco, morirebbe senza mai aver messo ali colorate per volare.
Al cambiamento non resta che arrendersi, scoprendo poi come questo lasciare che avvenga sia il più dolce dei movimenti.
Cambiare interiormente è l'unica possibilità di rimanere sempre vivi, lasciando che anche ciò che ci circonda cambi con noi.
Si dice che il vento porti messaggio.  Ci scuote, a volte dolcemente, altre bruscamente. Ci scuote al cambiamento.
Lasciamo andare ciò che è veramente vecchio. Lasciamo che il vento lo porti via. Altro é pronto per giungere.

Natascha

martedì 25 febbraio 2014

Cambiare significa evolvere

cambiamentoSe ti aspetti il cambiamento non farai altro che posticipare continuamente ciò che vorresti cambiare o trasformare.
Quasi certamente si tratterà di pensieri sugli impedimenti di ogni sorta (scuse) come: "ma se poi", " e se non va". "prima devo fare questo", "domani lo faccio", "domani inizio", "non posso adesso", "ho paura", " e se ci perdo", "e se rimango da sola?", eccetera. Si potrebbe andare avanti all'infinito come infinite sono le scuse che la mente superficiale potrebbe trovare. È quella la mente che mente.

O stai seduta in auto e pensi? 
Spegne qualcosa dentro di te, per questo non stai bene quando non riesci a cambiare e trasformare la tua vita o un qualsiasi altro aspetto del tuo vivere.

Fai caso ai tuoi pensieri. Quando pensi al cambiamento che vorresti, cosa ti passa per la testa?
Il cambiamento non é qualcosa che può avverinire dopo. Il cambiamento é un processo che inizia nel momento presente.
Quando posticipi stai dicendo "no" alla trasformazione necessaria. È come se nel momento in cui avvii il motore del cambiamento lo spegni immediatamente.
Risultato?
Non parti mai. Non cambia mai nulla. 
Foza e coraggio!
Non si tratta di stravolgere la tua vita da un momento all'altro, questo é certo. Ma di lasciare che quel motore del cambiamento si accenda e rimanga acceso. 
È proprio come andare in auto verso una meta. Occorre necessariamente mettere in moto e partire.
Le scuse che ti poni per svariati motivi, non sono altro che una forza-avversa che metti in atto e che spegne il meccanismo evolutivo.
Ma puoi contrastarla semplicemente scegliendo adesso di agire per il tuo cambiamento.
Cambiare é evolvereÈ muoverti verso il nutrimento che cerca la tua Anima.
Rimanere fermi e nella statica abitudine, spegne. 
Allora, sii come un guerriero imperterrito: nessuna scusa, nessun dubbio. Inizia ora il tuo cambiamento. Basta un piccolo gesto. Ora e ancora ora.
Sceglilo. Crealo.
Accendi il motore del cambiamento dentro di te e lascia che il veicolo-animico si metta in moto verso nuove e piacevoli mete.
Il viaggio inizia proprio da dove sei ora.
Lascia andare.
Viaggia lontano...non esitare ma sii prudente. Non occorre andare di fretta! 

Natascha



Vuoi il cambiamento?



Che cosa stai aspettando? 
Moltissimi parlano di cambiamento e si aspettano che qualcuno cambi le cose per loro stessi. Sono convinti che se la realtà a loro esterna subisce qualche mutamento essi ne possono trarre giovamento. Purtroppo, le loro aspettative saranno disattese.
Le aspettative sono diverse dalle aspirazioni. Aspettativa significa aspettarsi qualcosa mentre l'aspirazione è il desiderio di conseguire un fine nobile.
Gandhi diceva: "Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo". Certamente, ogni e qualsiasi cambiamento parte dall'individuo. Pensaci bene, hanno mai cambiato qualcosa le masse, le rivoluzioni, la politica, il potere, et cetera?
Il vero cambiamento ha inizio da una scelta. Da una precisa volontà e da un preciso intento di cambiare. Di evolvere.
Essere e divenire è il vero senso della Vita. Non crogiolarsi nello statico materialismo al quale ci hanno abituati con il sistema indottrina-menti che continua a partorire le medesime, effimere, illusioni.
Il vero cambiamento non ha inizio dalle masse, dal potere, o da qualche partito politico. Cambiamento non significa neppure meditare tutto il giorno, seguire chissà quale stravagante stile di vita, o fuggire in un Ashram o qualche luogo esotico nella speranza che la nostra realtà cambi.
No.

Il vero cambiamento ha inizio da & in noi stessi.
Dal desiderio di conseguire un fine nobile per noi stessi e per il mondo intero.
La scelta della qualità e della nobiltà d'animo. La scelta di creare la propria realtà e dipingerla con i propri, desiderati, colori.
Francesco

lunedì 24 febbraio 2014

Cos'é il Lifestyle Trainer



Lifestyle Trainer: crea il tuo stile di vita.

Quella del Lifestyle Trainer è una professione relativamente nuova in Italia e che vien talvolta fraintesa. Una piccola ricerca in Google ci porta a scoprire che questa figura professionale vien considerata esperta nel miglioramento dello stile di vita, di tecniche cognitivo-comportamentali, con competenze multidisciplinari e trasversali, e specializzata in tematiche interconnesse come alimentazione, sport, e gestione dello stress. Addirittura, l'offerta di taluni (bardati di camicia hawaiiana) include fotografie di stupende spiagge e velate promesse di un lavoro da sogno, in un posto altrettanto onirico. Ricordiamoci però che non v'è nulla all'esterno ed ogni cambiamento ha inizio con una trasformazione interiore...


CREA IL TUO SIGNIFICATO E LA REALTÀ DI VITA CHE VUOI TU

Lo stile di vita (lifestyle) non riguarda esclusivamente la moda oppure la località in cui si vive; bensì, rappresenta e rispecchia l'insieme di processi che compongono la nostra personalità: il nostro modo di pensare, le nostre emozioni, i nostri feelings, le nostre azioni, et cetera. In altre parole, il nostro modo di vivere la nostra realtà.
In cosa consiste dunque il lavoro del Lifestyle Trainer? Così come lo intendiamo noi, all'Atelier del Cambiamento, l'obiettivo principale è quello di contribuire alla creazione di una nuova realtà individuale, e collettiva. Si tratta di proporre un nuovo modo di vivere, fondato sulla capacità che ogni essere umano ha di creare la propria realtà individuale. Concretamente, si tratta di promuovere l'Arte del cambiare, ovvero quella capacità latente in ogni persona di adattarsi al cambiamento, adattando la realtà ai propri desideri.
Il Lifestyle Trainer è dunque un professionista del cambiamento. Una figura che aiuta coloro che intendono dare una svolta ed una nuova veste alla propria esistenza, e di creare concretamente una nuova ed appagante realtà, la propria. Riunire la propria inscindibile duplicità ed essere "interi" emozionalmente, mentalmente, spiritualmente, e sintonizzati con lo scopo della nostra Anima. Ovviamente, se si vuol cambiare la realtà in cui si vive, realizzare i propri sogni e le proprie aspirazioni, o semplicemente vivere meglio, occorre cambiare le vecchie abitudini e schemi e trasformare interiormente ciò che ostacola questo processo di cambiamento e di realizzazione.
Questo è dunque il campo di attività del Lifestyle Trainer. Mettere la sua esperienza, le sue conoscenze, ed i suoi strumenti al servizio di coloro che cercano un altro modo di vivere e di vedere le cose, in quanto hanno riconosciuto che la realtà che vivono non appartiene loro. A coloro che vogliono dipingere una nuova realtà con i loro colori ed accompagnarli in questo processo di cambiamento e nella creazione di un nuovo stile di vita, basato su ciò che si desidera davvero.


venerdì 21 febbraio 2014

Abituati a non abituarti

Albert Einstein asseriva che "non si può risolvere un problema con la stessa mentalità che l'ha generato."
Oggi, viviamo in un mondo sempre più complesso ed interconnesso. Molti desiderano il cambiamento ma continuano imperterriti nel ripetere gli stessi schemi, giorno dopo giorno.
Inerzia, poltroneria, e abitudine sono i peggiori nemici della trasformazione evolutiva.
Ogni cosa ha origine da uno stato d'essere. Un pensiero o un'immagine portano ad una determinata azione. Numerose ripetizioni portano a degli schemi automatici che si trasformano in abitudini e dipendenze. Un comportamento abituale che si trasforma in un circolo vizioso.
Adagiati nella nostra zona di conforto, ripetiamo quotidianamente i medesimi schemi. Condizionati dall'automaticità dell'insieme di comportamenti ch'è la nostra personalità, non ci rendiamo conto che le nostre abitudini governano la nostra esistenza. Pensiamoci bene: non cambiamo mai strada quando ci rechiamo al lavoro, non cambiamo mai parrucchiere, consideriamo le nostre credenze e convinzioni come Verità assoluta, abbiamo una nostra routine giornaliera che sostanzialmente riteniamo esser la realtà, et cetera.
Ovviamente, non sussistono grossi problemi se siamo felici e gioiosi della realtà, così come noi la viviamo. D'altro canto, è pur vero che anche gli stati mentali o emotivi che hanno una connotazione negativa possono diventare delle abitudini del nostro essere (paure, rabbia, stress, tristezza, afflizione,...). 
Siamo esseri unici e la realtà è soggettiva. La nostra realtà non è stabilita a priori e la predestinazione dipende solo ed esclusivamente da noi stessi e dalle nostre scelte interiori. 
Se vogliamo davvero cambiare è necessario iniziare a fare un po' di stretching nel nostro armamentario concettuale e smetterla di dipendere servilmente da ciò che dicono e fanno gli altri: diventare concettualmente indipendenti.

Francesco

giovedì 20 febbraio 2014

Cambia sguardo!

Se guardi una situazione sempre allo stesso modo non potrà mai cambiare: occorre modificare sguardo, prospettiva, angolazione!

Pensa, per esempio, se tu volessi cambiare il tuo look.
Potresti iniziare togliendo dal tuo armadio tutti i vestiti vecchi, quelli che sono lì e che occupano spazio inutile.
Poi, quelli che rimangono buttali tutti sul letto e guardali insieme.
Ora, riordinali cercando nuovi abbinamenti. Osa!
Vedrai che cercando un altro ordine e facendo abbinamenti diversi in modo creativo, farai spazio per il nuovo ed iniziando ad immaginarti con con il tuo nuovo look scoprirai di aver sempre abbinato gli stessi vestiti semplicemente perché eri abituata a fare così!
In questo modo, quello che era vecchio può diventare qualcosa di nuovo, semplicemente modificando prospettiva e cambiando gli abbinamenti!

Prova, è divertente!
Allo stesso modo, fai con i tuoi pensieri. Per cambiare una qualsiasi situazione, occorre iniziare a vedere le cose con una nuova prospettiva: più creativa e diversa.
Abbina pensieri nuovi a nuove idee e vestiti di un nuovo look!


Natascha